E’ partita lo scorso martedì sera, su Crime+Ivestigation (canale 118 di Sky) la mini-serie “Camorriste”, divisa in tre episodi e che punta a far conoscere tre storie di donne legate a doppio filo alla camorra. Paolo Colangeli è il regista e co-autore di un prodotto che affianca le interviste alle protagoniste a ricostruzioni e immagini d’archivio. Vite, personalità e epiloghi diversi, ma unite da un unico tratto comune: le posizioni di comando occupate in una delle organizzazioni criminali più ramificate e spietate al mondo. D’altronde anche nella fiction Gomorra, la cui seconda stagione è partita proprio questo mese sui canali Sky, ha catturato l’attenzione degli appassionati un nuovo personaggio femminile: è Scianel, capoclan spietata che si definisce una “iena” e molto diversa da Donna Imma Savastano, protagonista della stagione precedente.
Proprio come l’immaginaria signora di Don Pietro, Antonella Madonna si innamorò del suo futuro marito da adolescente. L’uomo è Natale Dantese, quello che diventerà il giovanissimo boss del clan Ascione-Papale di Ercolano e attualmente detenuto in regime 41 bis. Massima sicurezza per un uomo che riusciva a delinquere anche da dietro le sbarre, grazie al “lavoro” svolto alla perfezione da sua moglie Antonella. Che, però, si ritrovò sola al comando quando le condizioni carcerarie di Dantese si irrigidirono. Divenne una spietata, temuta e rispettata “lady camorra” fino all’evento che cambiò ancora una volta la sua vita: l’innamoramento e la passione con un uomo della zona, che nulla aveva a che fare con l’ambiente camorristico. Scoperta dal clan, fu punita e umiliata. Decise, allora, di rispondere nel modo che più avrebbe fatto danni, si pentì. Ed oggi racconta la sua storia in uno dei tre episodi della mini-serie.
Una storia diversa da quella di Cristina Pinto, oggi donna libera e pescatrice dopo aver scontato 20 anni di reclusione. La chiamavano Nikita, semplicemente perché non si separava mai dalla sua calibro 38. Entrò nel clan Perrella, nel rione Traiano di Napoli, poco più che ragazzina: le sue azioni sul campo la fecero diventare un’autentica donna di camorra, fino a scalare gerarchie e piazzarsi al fianco del boss Mario Perrella, di cui divenne amante e salvò in un’occasione la vita. Una donna che si è poi scoperto aver partecipato a innumerevoli spedizioni punitive e fatti di sangue che caratterizzarono le guerre di camorra nel capoluogo campano, a cavallo tra gli anni ’80 e ’90. Non è una pentita, ed è anche per questo che l’episodio che la racconterà sarà imperdibile.
C’è infine Anna Carrino, la moglie del boss dei Casalesi, Francesco Bidognetti, ora costretta a vivere sotto protezione e impossibilitata a vedere ifigli e conoscere la nipotina, avuta da Katia. Come Antonella Madonna fu l’intermediaria principale tra il marito, in carcere, e il clan: era l’unica a poter comunicare in codice con Bidognetti, segreti che nessuno è riuscito mai a svelare. La Carrino è una donna di camorra pentita, ma soprattutto una donna tradita: fu quando scoprì che il marito la tradiva da 30 anni (con l’altra persona ebbe altri 3 figli) che le crollò il mondo addosso. Decise lì di farla finita con Casal di Principe e di cominciare una nuova vita. Con tante restrizioni, con costante paura. Ma libera.