Da sempre il mondo del cinema s’ispira, emula, talvolta addirittura saccheggia quello della letteratura. La penna è nata molto prima della cinepresa, e gli scrittori hanno creato un enorme patrimonio di storie, aneddoti, personaggi, vicende dalle quali registi e sceneggiatori possono attingere nel rispetto delle leggi sul diritto d’autore.
Quella che un best-seller si tramuti in un film è un’ipotesi tutt’altro che remota: quando uno scrittore consegna il proprio manoscritto a una casa editrice e firma un contratto e un accordo economico che norma anche la cessione dei diritti per la realizzazione di riduzioni cinematografiche, televisive o teatrali.
Per fortuna, è prassi abbastanza comune coinvolgere lo scrittore sia durante la stesura della sceneggiatura sia durante la fase di produzione vera e propria: egli si rivela utile per agevolare l’immedesimazione da parte dei personaggi, per selezionare location, per definire i costumi o per adattare i dialoghi. Lo scrittore italiano Alessandro Baricco, per esempio, ha scritto personalmente la sceneggiatura del film “Seta”, per la regia del canadese François Girard e tratto dal suo omonimo romanzo. Nabokov scrisse personalmente lo screenplay per il film “Lolita”, tratto dal suo celeberrimo romanzo, che però a Kubrick non piacque affatto: Nabokov dovette pertanto realizzarne una seconda stesura che fu quella su cui il regista basò le sue riprese.
Un altro caso interessante è stato quello dello statunitense Michael Cunningham, che ha scritto un romanzo con tre protagoniste accomunate dall’amore per “Mrs Dalloway” di Virginia Woolf. Parliamo del fortunatissimo “Le ore” (titolo originale “The Hours”), risalente 1998 e vincitore di un premio Pulitzer.
Anche in questo caso, lo scrittore è stato coinvolto nell’adattamento e si è personalmente confrontato con il cast, che comprendeva nomi del calibro di Meryl Streep, Julianne Moore e Nicole Kidman.
Ci sono certamente stati alcuni momenti di tensione con il regista, peraltro risolti in maniera piuttosto democratica: il risultato è stato certamente un grande successo ed è fruttato moltissimi premi, tra cui diversi Golden Globes e l’ambita statuetta Oscar come Miglior attrice vinta da Nicole Kidman.
Tra le conseguenze collaterali del successo cinematografico di un film tratto da un romanzo vi è proprio la rivalutazione del romanzo in sé: moltissimi libri sono stati ristampati o hanno vissuto una seconda giovinezza dopo che una riduzione sul grande schermo li ha consacrati alla celebrità.
Alcuni casi interessanti, oltre a quelli appena menzionati, sono i romanzi di Irène Némirovsky, scrittrice molto amata e recentemente riscoperta grazie alla trasposizione cinematografica dell’opera “Suite Francese”.