Jake Gyllenal si appresta a ritornare sul grande schermo con Prince of Persia: Le sabbie del tempo. Il film è tratto dall’omonimo videogame che ha spopolato qualche anno fa nelle console di tutto il mondo. Come si è preparato per entrare nella parte? Giocando ai videogames: “Jerry Bruckheimer (il produttore. Nda) mi ha consigliato di ripassarmi i videogame. Quanto alla iconografia mi ha mostrato vari libri sui pittori orientalisti. In uno c’era un’immagine di un uomo persiano seduto in terra a gambe incrociate, saldo come una roccia, ma con gli occhi aperti fissi nel vuoto come in preda a un’allucinazione. ‘Ecco quello che voglio da te’ mi ha detto il regista (Mike Newell. Nda). Non dimenticare che in quell’epoca, il sesto secolo, e in quella cultura, credevano ciecamente nel sovrannaturale.”
Durante la lavorazione l’attore si cimentato con il parkour, elemento quasi centrale all’interno del videogame di Prince of Persia: sul set c’era Dave Belle l’inventore. Un autentico mito. È stato estremamente paziente con me, soprattutto in una scena in cui io scappavo inseguito da un uomo a cavallo dentro un tunnel e li praticamente volteggiando da un muro all’altro riuscivo a colpirlo coi piedi disarcionandolo. Nel videogame sembrava semplicissimo, in natura diciamo che c’è voluta molta pazienza e un sacco di cadute, ma alla fine sono riuscito a girarla.