Anna non è malata ma è come se lo fosse, ha tredici anni, sa come nascono i bambini e, nel suo caso specifico, sa anche perché. Anna è stata concepita con le caratteristiche genetiche per poter essere donatore di midollo per sua sorella. A tredici anni è già stata sottoposta a numerosi interventi chirurgici, trasfusioni di cellule staminali, sangue e midollo osseo, in modo che la sorella maggiore Kate potesse combattere la leucemia che l’ha colpita in tenera età. Quando i genitori le chiedono un rene per salvare la sorella da un’infezione fatale, Anna prende una decisione inaspettata, che sconvolgerà la vita di tutti i suoi cari: fa causa alla sua famiglia. Si ribella perché nessuno le chiede il suo parere, perché si dà per scontato che lei sia disponibile. Nel groviglio di amore, dolore e ribellione che lega tra loro i personaggi della storia, Jodi Picoult scava e indaga, regalandoci un romanzo corale che, con lucidità e coraggio, ci fa riflettere su cosa significhi essere bravi genitori, bravi fratelli e brave persone. Si discute se sia moralmente corretto salvare la vita di un bambino quando questo significa violare i diritti di un altro, se bisogna seguire il proprio cuore o lasciare che siano gli altri a condurci.